Barack Obama è tornato alla Casa Bianca da una settimana eppure non si parla che di sua moglie Michelle.
Non una menzione sulla campagna da 4 miliardi di dollari, sugli obiettivi politici per i prossimi quattro anni di mandato. Anche lo sfidante Mitt Romney pare già dimenticato.
Tutti i riflettori sono puntati sulla first lady o, meglio, sui suoi vestiti.
Nota per il suo stile sempre impeccabile, oltre che per l’impegno sociale, Michelle Obama è anche promotrice e sostenitrice instancabile di fashion designers sconosciuti ai più che, grazie a lei, ora si ritrovano agende, boutique e tasche piene.
Il senso estetico di Mrs. Obama, come ho detto, è noto. Quindi perché tanto scalpore, vi chiederete.
Perché la first lady, dimenticate le regole di stile che si addicono ad una première dame del suo calibro, non solo ha riciclato un Michael Kors, già esibito nel 2009, ma nel giorno della rielezione del marito sfoggia con nonchalance un economico abitino di Asos.
La foto dell’abbraccio commovente tra i due ha fatto il giro del mondo e l’abito di Michelle, ça va sans dire, è andato a ruba.
Il trend di esibire capi low-cost, a dispetto del titolo nobiliare, è stata sdoganato l’anno scorso da Kate Middleton, duchessa di Cambridge e meglio nota come moglie del principe William.
Le sue mise griffate Zara hanno registrato il sold out in tempi record e la bella Kate, pardon, Catherine, tra i vari epiteti e titoli nobiliari, ha anche quello di “regina del riciclaggio“.
Che sia una forma di ribellione nei confronti dell’etichetta o un invito a risparmiare in questo clima di crisi e austerity, la sostanza non cambia: quando una ha classe, è in grado di risplendere anche dentro ad abiti low-cost.
Post by Greta Miliani